Il passaporto digitale per la moda sostenibile

Il passaporto digitale è lo strumento necessario perché il settore della moda operi una ...


Il settore della moda ricopre un ruolo fondamentale nell’attenzione posta dalla società moderna per la sostenibilità

Si stima che la produzione tessile sia responsabile di circa il 20% dell'inquinamento globale dell'acqua potabile a causa dei vari processi a cui i prodotti vanno incontro, come la tintura e la finitura, e che il lavaggio di capi sintetici rilasci ogni anno 0,5 milioni di tonnellate di microfibre nei mari.

Il lavaggio dei prodotti sintetici ha portato a un accumulo pari a mezzo milione di tonnellate di microplastiche sul fondo degli oceani ogni anno.

Quindi l’attenzione nelle strategie e dinamiche europee vertono sul ruolo fondamentale del passaporto digitale e sono allo studio nuove direttive.

Il passaporto digitale è lo strumento necessario perché il settore della moda operi una trasformazione nelle fasi produttive con una direzione più ecologica ed etica, informando idoneamente e correttamente i consumatori.

Il passaporto digitale favorisce la moda sostenibile attraverso l’utilizzo di tecnologie per elaborare un’etichettatura digitale, che utilizza codici Qr che permettono di indicare ai consumatori informazioni chiare e trasparenti sulle caratteristiche ambientali dei prodotti tessili,  come abbigliamento, tessuti per la casa e calzature.

Il passaporto digitale permette di indicare la percentuale di materiale riciclato impiegato nella produzione, le caratteristiche di riciclabilità del prodotto, la presenza di sostanze pericolose e la tracciabilità geografica delle principali fasi di lavorazione.

Inoltre con il passaporto digitale è possibile ricevere informazioni per evitare il greenwashing, o l’utilizzo di claim ingannevoli come biodegradabile o 100% sostenibile. 

Attraverso tutta questa serie di informazioni utili sul prodotto, il consumatore viene indirizzato a scelte di acquisto consapevoli e sostenibili secondo valori ambientali, mentre l’azienda stessa è coinvolta in un processo di approvvigionamento delle materie prime in modo trasparente e più responsabile.

 

L’esempio  francese

Nel frattempo la Francia ha già anticipato le iniziative dell’Unione Europea approvando la legge Agec e con  l’iniziativa Re-fashion

La legge Agec (Anti-Gaspillage pour une Économie Circulaire) è stata promulgata nel febbraio 2020, con l’obiettivo di promuovere modelli di circolarità a 360 gradi entro il 2040.

Questa legge non riguarda solo il settore della moda ed è articolata in cinque fasi progressive, che tra l’altro prevedono gradualmente l’abbandono della plastica monouso ed un’azione contro l’obsolescenza programmata. 

Il Decreto 2022-748 del 29 aprile 2022, ha posto al centro dell’interesse l’etichettatura dei prodotti che entrano nel mercato francese.

Le  etichette devono essere digitali, ma è consentito mantenerle cartacee, e devono essere accessibili durante l’acquisto. 

L’etichettatura per le aziende con un fatturato che superi i 50 milioni di euro è divenuta obbligatoria dal 1 gennaio 2023, con requisiti successivamente ridotti per le imprese di dimensioni minori nei due anni successivi, ma restano escluse dagli obblighi di legge alcune categorie merceologiche, come borse e capi di abbigliamento in pelle o plastica al 100%

Parallelamente, l’iniziativa Re-Fashion introduce una grafica innovativa per guidare i consumatori sulle modalità corrette di smaltimento dei capi di abbigliamento, incentivando la donazione, la rivendita e il corretto conferimento negli appositi contenitori.

 

Obiettivi dell’Unione Europea

Altre nazioni europee potrebbero trarre spunto dall’iniziativa francese per rendere sempre più sostenibile il settore della moda e dei tessuti.

Infatti i cittadini europei consumano ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili e ne smaltiscono circa 11 kg. Gli indumenti usati possono essere esportati al di fuori dell'UE, ma per lo più vengono inceneriti o portati in discarica (87%). La crescita della moda veloce, favorita in parte dai social media e dall'industria che porta le tendenze della moda a un numero maggiore di consumatori a un ritmo più rapido rispetto al passato, ha svolto un ruolo fondamentale nell'aumento dei consumi

Nel marzo 2022 la Commissione europea ha presentato una nuova strategia per rendere i tessuti più durevoli, riparabili, riutilizzabili, riciclabili 

L'UE dispone di un marchio Ecolabel UE che i produttori che rispettano i criteri ecologici possono applicare agli articoli. Questo dà maggiore visibilità ai prodotti che includono meno sostanze nocive e causano meno inquinamento dell'acqua e dell'aria.

Il Parlamento ha presentato idee per modificare le norme sui rifiuti tessili nel marzo 2024. La revisione della direttiva sui rifiuti introdurrà schemi di responsabilità estesa del produttore che dovrà coprire i costi della raccolta differenziata, dello smistamento e del riciclaggio.

I Paesi dell'UE saranno obbligati a raccogliere separatamente i prodotti tessili entro il 1° gennaio 2025 per il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio.

I negoziati con il Consiglio saranno condotti dal prossimo Parlamento, che verrà eletto alle elezioni europee del 6-9 giugno 2024.