La rotta della Marina italiana verso l’innovazione tecnologica

Lo Sviluppo tecnologico in campo militare assume sempre maggiore importanza per il dominio marittimo ...


Lo Sviluppo tecnologico in campo militare assume sempre maggiore importanza per il dominio marittimo e quindi la relativa padronanza dell’uso di strumenti innovativi si può rivelare determinante per l’efficacia e la sopravvivenza stessa di assetti militari impegnati in operazioni navali.

La Marina Militare italiana ricopre un ruolo fondamentale a difesa del territorio nazionale e per i molteplici interessi economici che dipendono dall’importazione ed esportazione di beni, risorse energetiche e materie prime via mare.

La Marina Militare italiana è quindi tra le più tecnologicamente avanzate al mondo, usufruendo di investimenti mirati e capacità industriali nazionali di alto livello, che le permettono di avere Fregate europee multi-missione (FREMM), particolarmente apprezzate in ambito Nato specialmente nella loro configurazione anti-sommergibile.

L’importanza della portaerei 

Le navi di più recente costruzione della Marina Militare hanno un tonnellaggio medio superiore a quelle risalenti alla Guerra Fredda, non solo per l’ aumento delle capacità complessive della flotta e delle singole navi, ma anche per la necessità sempre più evidente di operare al di fuori del Mediterraneo e del Mar Rosso

Fin dalla fine della Guerra Fredda la Marina ha dato un’importanza sempre crescente a quelle capacità expeditionary, che garantiscono l’abilità di proiettare forze a distanze sempre più ampie – anche nel quadro delle numerose missioni internazionali cui hanno partecipato le forze armate. Ad esempio questa capacità, destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni, ha fatto sì che la portaeromobili Garibaldi abbia giocato un ruolo importante durante la recente esercitazione Nato ‘Cold Response 22’ in Norvegia.

Ad oggi, grazie alla più moderna portaerei Cavour e all’investimento sull’F-35B a decollo corto e atterraggio verticale, l’Italia è uno di soli tre paesi al mondo (e l’unico nell’Ue) in grado di operare aerei da combattimento di quinta generazione da una portaerei – oltre a Stati Uniti e Gran Bretagna.

Un gruppo portaerei rappresenta un assetto estremamente utile e versatile non solo in campo operativo, ma anche come strumento politico e diplomatico. Sia Regno Unito che Francia negli ultimi anni hanno coinvolto unità navali di Paesi partner nei rispettivi gruppi portaerei dispiegati nell’Indo-Pacifico, favorendo un miglioramento dell’interoperabilità fra alleati all’interno di esercitazioni e operazioni svolte sotto l’egida di quelle marine dotate di portaerei.

Occorre senz’altro una riflessione in Italia che porti all’elaborazione di un approccio più strategico all’utilizzo di nave Cavour come force multiplier, sfruttando al meglio la possibilità di alleviare il carico della Marina dispiegando periodicamente un gruppo portaerei costituito anche da navi alleate nel Mediterraneo allargato e oltre, con i relativi benefici in termini sia di interoperabilità che di naval diplomacy verso i partner operativi e della regione.

La complementarietà di innovazione e integrazione

La Marina italiana è una forza bilanciata, composta da una moltitudine di mezzi e sistemi: navi e sottomarini, elicotteri, aerei e mezzi di terra. Il progresso tecnologico degli ultimi decenni ha portato all’entrata in servizio anche di mezzi aerei e subacquei a pilotaggio remoto che, insieme a quelli di superficie, sono destinati ad assumere un ruolo sempre più importante nel dominio navale.

Anche se i sistemi unmanned di piccole e medie dimensioni avranno un ruolo sempre più prominente nelle operazioni navali sia in termini qualitativi che quantitativi, le grandi piattaforme quali navi e sottomarini rimarranno ancora a lungo al centro delle capacità operative delle principali marine militari. A tal proposito la Marina punta non solo all’ammodernamento delle capacità, ma anche al raggiungimento di un alto livello di integrazione fra piattaforme e sistemi di combattimento anche molto diversi da loro (ad esempio navi, sottomarini, elicotteri e veicoli a pilotaggio remoto) in un’ottica multi-dominio e di system-of-systems. 

Nel Future Combat Naval System 2035 (FCNS 2035), la Marina ha indicato tra gli obiettivi più importanti quello di rafforzare la capacità della forza armata di adattarsi in modo più dinamico all’innovazione tecnologica, già in forte accelerazione. Un approccio più dinamico sarà inoltre necessario nelle pratiche di procurement e manutenzione.

Investire di più e in modo più efficiente

E’ fondamentale che l’Italia continui a investire sull’innovazione nel dominio navale per garantire l’efficacia dello strumento militare di fronte ad una decisa accelerazione tecnologica nel campo della difesa. E’importante anche che procedano di pari passo i processi innovativi nazionali e quelli europei, intercettando gli incentivi alla cooperazione industriale messi in campo dall’Ue e le relative opportunità di cooperazione con partner in Europa.

L’Italia – come tutti i Paesi europei – deve cercare di rendere efficienti i costi di sviluppo di tecnologie nuove e dirompenti attraverso la cooperazione con partner vicini e lontani.