Storia dell'industria tessile

L’industria tessile è una delle più antiche al mondo, risalente a migliaia di anni ...


L’industria tessile è una delle più antiche al mondo, risalente a migliaia di anni fa, addirittura al Neolitico, quando già venivano utilizzate le fibre vegetali tipo il lino. Con la nascita dell’allevamento di animali l’uomo inizia ad utilizzare il manto naturale ovino raccogliendolo in un fascio di fibre avvolto su un sostegno.

La filatura ancora oggi consiste nel creare il filato partendo da una massa di fibra tessile alla quale si applicano, in fasi successive di lavorazione, le fasi di cardatura, pettinatura delle fibre, lo stiro della massa fibrosa più o meno grossa, la torsione tramite una rotazione e l'avvolgimento del prodotto finito su un sostegno di raccolta.

E’ con i Romani che la tessitura da piccola gestione familiare passa ad attività organizzata in officine specializzate, in cui gli schiavi lavorano ai telai per la lana e il lino. 

Pompei ed Ercolano erano famose per la produzione di tessuti pregiati come la seta e il cotone, mentre a Roma fioriva la lavorazione della lana.

Con la fine dell’Impero Romano la tessitura perde la sua funzione predominante. Poi finalmente durante il periodo normanno a Palermo la manifattura reale delle nobili officine inizia a lavorare seta e tessuti preziosi con oro e gemme. A metà XII secolo la confraternita degli Umiliati, partendo dal milanese, diffuse nei suoi conventi al nord Italia la produzione della lana.

Nel Rinascimento Firenze  si afferma come centro di importazione e esportazione dei manufatti di tessitura.

Nel Regno delle Due Sicilie, le seterie di San Leucio vicino a Napoli rappresentano uno dei più importanti esempi di manifattura tessile di tipo industriale

Bisogna però attendere il XVII secolo perchè il settore tessile inizi a diventare strategico in ambito industriale

Nel 1733 John Kay brevetta la spoletta volante, ideata da Leonardo da Vinci e nel 1738  Lewis Paul brevetta il draw roller, inventore originale della filatura a rulli, la base della struttura ad acqua per la filatura del cotone in un cotonificio. Wyatt costruì il modello di una macchina per Paul, che ottenne un brevetto per questo il 24 giugno 1738. Nel 1741 installò una macchina azionata da due asini nell'Upper Priory di Birmingham, vicino alla sua casa in Old Square.

Nel 1742 l’editore Edwrd Cave, zio di Lewis Paul, acquistò il Marvel's Mill sul fiume Nene a Northampton e ricostruì il mulino per contenere quattro o cinque filatoi ad acqua, ciascuno con 50 fusi. Questo fu così il primo cotonificio che fu ereditato da Paul poco prima della sua morte. Un altro mulino che operava sotto il brevetto di Paul era a Leominster. Nel 1764 James Hargreaves o Thomas Highs inventa la spinning jenny, filatrice con più fusi e da lì a seguire fu un susseguirsi nel settore di nuove invenzioni e brevetti che portarono ad un enorme e fiorente sviluppo industriale. Nel 1816 Francis Cabot Lowell costruisce il primo telaio meccanizzato negli Stati Uniti, mentre a fine ‘800 si ha l’invenzione della prima fibra artificiale, la viscosa e nel 1953 la prima produzione commerciale di fibra di poliestere.

In Italia la tessitura si sviluppa nelle piccole città e nelle campagne fino a metà ‘800, con una lavorazione medio bassa dovuta all’utilizzo di manodopera femminile e minorile non qualificata e a basso costo, che utilizzava macchinari ancora limitati nella fase produttiva. I laboratori erano collocati vicino ai fiumi in modo da poter sfruttare l’energia prodotta dall’acqua.

L’industria tessile italiana si sviluppa soprattutto al nord nell’Altomilanese, nel biellese, nel bergamasco e nell’alto vicentino. La zona del comasco si è specializzata nella produzione della seta e il mantovano in quella di calze da donna e collant. Al centro Italia la zona di Prato diventa il distretto industriale più sviluppato per numero di aziende ed occupati.

Cina e India hanno potenziato la loro produzione e la Cina è l’unico paese che alleva bachi da seta settore in cui ormai esercita il monopolio.

Ma la produzione di tessuti sempre più sofisticati ed innovativi ha creato problemi ambientali per l’inquinamento causato da sostanze chimiche presenti nei processi di produzione. Tema di sostenibilità ambientale entrato nell’agenda mondiale 2030 e che dovrà trovare soluzione entro il 2050.

La fast fashion (letteralmente 'moda veloce'), che consente una disponibilità costante di nuovi stili a prezzi molto bassi, ha portato a un forte aumento della quantità di indumenti prodotti, utilizzati e poi scartati.

Per far fronte all'impatto che questo fenomeno ha sull'ambiente l'UE intende ridurre gli sprechi tessili, aumentando il ciclo di vita e il riciclo dei tessuti come parte integrante del piano per raggiungere un'economia circolare entro il 2050.

Le nuove strategie per affrontare la problematica includono lo sviluppo di nuovi modelli di business per il noleggio di abbigliamento, la progettazione dei prodotti realizzata in modo tale da consentire che il riutilizzo e il riciclo siano più facili (moda circolare), sensibilizzare i consumatori ad acquistare meno capi di migliore qualità (moda sostenibile) e in generale orientare il comportamento dei consumatori verso opzioni più sostenibili.

Dal punto di vista produttivo, dovranno essere assenti agenti chimici e tossici e questo avrà sicuramente notevole influenza sulla nuova produzione tessile che dovrà adeguarsi alle normative europee e mondiali.