Forze armate: il 6% dei militari italiani sono donne

Numeri in crescita in tutto il Mondo che testimoniano l’importanza del ruolo svolto dal ...


Il mondo militare si pensa sia appannaggio esclusivo degli uomini, ma i numeri dicono altro. Da oltre vent’anni, con l’entrata in vigore della legge n. 380/1999, le donne sono nell’Esercito, nell’Aeronautica e nella Marina oltre che nella Guardia di Finanza e nell’Arma dei Carabinieri. Stando ai dati pubblicati a marzo dalla Camera dei Deputati, nel nostro paese ci sono quasi 18 mila unità di personale militare femminile di cui 1.924 Ufficiali, 2.663 Sottufficiali, 12.694 Graduate e Militari di truppa, 664 Allieve di accademie e scuole militari.

Si registra un aumento delle presenze soprattutto negli ultimi anni, con 15.995 unità nel 2018 e 17.707 a fine 2019. A confermare l’interesse per il mondo militare è anche un sondaggio commissionato dallo Stato Maggiore della Difesa ad "EUMETRA" sull'attrattiva della carriera militare per i ragazzi italiani, da cui emerge che le ragazze, in linea teorica, trovano più interessante dei ragazzi la proposta di arruolamento nelle Forze Amate: il 52% di donne contro il 48% di uomini intervistati.

L’Italia è l’ultimo paese tra i membri della Nato ad aver aperto le porte al servizio militare femminile, introducendo però un’importante novità che rende le nostre forze armate al passo con i tempi: l’equiparazione tra donne e uomini. Dall’arruolamento alla carriera non esistono infatti discriminazioni, frequentano i medesimi corsi presso gli istituti di formazione militari/scuole di addestramento e possono raggiungere gli stessi gradi della carriera militare. Nell'Arma dei Carabinieri ci sono già Ufficiali donna nei gradi di Generale di Brigata e Colonnello provenienti dal Corpo Forestale e dalla Polizia di Stato, mentre nell’esercito tra circa tre anni il primo Ufficiale donna sarà valutato per l'avanzamento al grado di Colonnello.

La mancanza di discriminazione non è solo sulla carta – sottolinea la Relazione sullo stato della disciplina militare e sullo stato dell'organizzazione delle Forze armate (anno 2020) - ma anche nei fatti. Alle donne sono garantite le stesse opportunità dei soldati senza limitazioni. La scelta del personale da impiegare presso gli organismi internazionali in Italia e all’estero avviene tramite selezione esclusiva dei requisiti individuali e professionali posseduti.

Panoramica internazionale: l’ascesa delle donne

Le donne entrano in guerra durante la Prima guerra mondiale con un battaglione di cosacche travestite da uomini capitanate dalla russa Marija Bochkareva, chiamato il “Battaglione della morte delle donne”. Nel secondo conflitto mondiale i battaglioni femminili vedono in campo soprattutto militari britanniche e statunitensi impiegate come crocerossine o nella difesa antiaerea. Celebri anche le 100mila soldatesse dell’Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia di Tito.

A livello internazionale l’esercito con il maggior numero di donne è quello israeliano. Dal 1948 anno di istituzione vige il servizio militare obbligatorio per le donne della durata di due anni. Oggi il 40% dell’esercito è formato da donne, perlopiù impiegate nel territorio nazionale.

Nei vari scenari di guerra ancora aperti dal conflitto russo-ucraino alle guerre civile e rivolte nei paesi del Medioriente fino all’esercito della Repubblica Popolare cinese, si registra un aumento della presenza del personale femminile.

Le donne soldato molto spesso diventano anche dei simboli. In Iraq le combattenti del battaglione femminile peshmerga formato da donne curde che combattono l’Isis. Arruolate invece nelle file del fondamentalismo islamico contro l’America ci sono le donne kamikaze. Nel recente conflitto russo-ucraino molte sono le donne schierate a fianco del popolo ucraino come Olena Kushnir, sergente maggiore e medico morta il giorno di Pasqua durante l’assedio a Mariupol dopo aver messo in salvo il figlio grazie a un corridoio umanitario.

Le donne soldato italiane in campo

Sul piano internazionale il personale femminile italiano trova particolare impiego nelle posizioni di Ufficiali di Staff e Osservatori militari all'interno delle missioni a guida ONU. Nella sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza, la presenza femminile incide sugli equipaggi delle navi impegnate nelle per circa l'8%, senza limitazioni di impiego; nel dispositivo aeronavale nazionale nel Golfo di Guinea del 10%. In adesione alla Risoluzione 1325 (2000) su ‘Donne, Pace e Sicurezza’ che abbraccia una prospettiva di genere nella risoluzione dei conflitti per una pace durevole, nel 2020 sono state impiegate 42 unità femminili nella missione Unifil in Libano; 7 nella missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi; 21 nella missione Resolute support in Afghanistan; 7 in Iraq nella coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh; 17 nella missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia; 7 nella missione Minusma in Mali; 7 nella missione Nato Joint Enterprise nei Balcani; 7 in Lettonia (Nato); 2 nella missione Unficyp; 2 a Gibuti; 2 nell’Air Policing Nato.

Unico caso di impiego differenziato sulla base del genere di appartenenza è rappresentato dai Female Engagement Team (FET), nuclei specializzati nell'interagire con la popolazione locale femminile dei territori al fine di accrescere il consenso verso il personale militare e creare un ambiente di cooperazione ottimale per il raggiungimento degli obiettivi della missione.

L’ammissione progressiva delle donne nei vari ruoli militari ha avviato un processo di miglioramento di una organizzazione progettata e alimentata esclusivamente dal personale maschile. In questi primi vent’anni si è fatto molto, apportando trasformazioni a livello logistico e organizzativo, ponendo le donne soldato sullo stesso piano degli uomini e dando la giusta attenzione a esigenze specifiche come la tutela per la gravidanza e la maternità. Non sono che i primi passi verso l’equiparazione totale delle donne e degli uomini in armi che in egual misura ogni giorno servono lo Stato garantendo pace e sicurezza.